La disinformazione,o per meglio dire,l'informazione viziata che giunge oggi a noi fa si che multinazionali come Mc Donalds e Coca Cola Enterprises rivestano un ruolo di primaria importanza nell'olimpo della routine quotidiana.
Chi non ha mai sentito parlare di queste due marche,anche solo una volta?
Per Mc Donalds la cosa e' diversa,rispetto alla Coca Cola,in quanto la gente,pur non avendo ricevuto la corretta informazione a riguardo,ha come il sentore che qualcosa di marcio sia celato da questo magnate degli hamburgers.
La Coca Cola invece s'e' saputa vendere piu' astutamente.Babbo natale sul camion luminoso che porta i regali ai bambini,brandendo una schiumosa coca cola;Campagne pubblicitarie faraoniche con messaggi subliminali abietti e subdoli;Regali promozionali,raccolte punti con pupazzetti,viaggi,macchine e quant'altro in palio.
E come non ricordare le tante opere di "bene" verso i paesi del terzo mondo e gli scolari bisognosi?Come vedremo piu' tardi,il gatto che si morde la coda.
Ma c'e' mai stato il minimo interesse da parte vostra di sapere se effettivamente la Coca Cola e' in linea di pensiero con S.Francesco d'Assisi,come viene fatto apparire alla gente oppure se e' l'ennesima azienda che oltre ai soldi ambisce con cupidigia ad una poltrona di potere nell'ormai esaurito anfiteatro dei potenti?
Procediamo per gradi.
Babbo Natale,quel simpatico ciccione "inventato",mediaticamente parlando,dalla coca cola (originariamente non era vestito di rosso,ma di verde).
Il suo scopo e' veramente il trasmettere un messaggio di benevolenza?
Cercando su YouTube.it ne trovate molti,concernenti la coca cola,Mc Donalds,Disney ecc.
Ritorniamo al caso specifico della C.C. analizzandone la storia ed il percorso.
La Coca Cola e' un azienda USA nata nel 1891.E' il logo che vale piu' al mondo.Ha filiali in piu' di trenta paesi e produce 300 marchi differenti presenti in 200 paesi.
Fattura circa 20 miliardi di dollari e insieme alla Coca Cola Enterprises impiega 56000 lavoratori.In Italia controlla il 55% del mercato delle bevande analcoliche e l'85% di quello delle cole.
La piu' famosa imbottigliatrice italiana della Coca COla e' la "Coca Cola Bevande Italia S.p.s.",la quale fattura 613 milioni di euro e occupa circa 2500 dipendenti.
Prodotti registrati sotto il marchio Coca Cola in Italia:
-Coca Cola
-Fanta
-Sprite
-Ice Lemon
-Powerade
-Minute Maid
-Kinley
-Beverly
-Bonaqua
E tutte le sotto marche (tipo coca cola light,Zero,Fanta amara ecc.)
La Coca Cola e' accusata di violazione dei diritti umani per essere la mandante di 8 assassini ,oltre che di innumerevoli sequestri,trasferimenti forzati,false denunce ed intimidazioni nei confronti dei lavoratori al fine di annientare il sindacato.
Tra il 1991 ed il 2002 in Colombia sono stati assassinati dai paramilitari 1925 sindacalisti escludendo i 64 uccisi nel 2003.
Guarda caso,SINALTRAINAL,sindacato delle imprese imbottigliatrici della Coca Cola e della Nestle' conta tra le sue file 14 dirigenti assassinati,2 esiliati,48 sfollati e 2 desaparecidos negli ultimi 10 anni.
Per questo motivo,nel luglio del 2002,ha presentato presso la corte del distretto Sud della Florida una denuncia formale contro la Coca Cola,ritenuta mandante di 8 assassini,sequestri,trasferimenti forzati,false denunce ed intimidazioni,ed ha promesso nei confronti del colosso di Atlanta un processo pubblico popolare ed una campagna di boicottaggio.
Il 31 Marzo 2003 il giudice della Corte Federale della Florida ha ritenuto le prove presentate dalla SINALTRAINAL sufficienti per avviare un procedimento penale nei confronti delle imprese imbottigliatrici della Coca COla,di cui la stessa multinazionale detiene il 40% della proprieta' o con cui la multinazionale lavora in esclusiva.
Altre accuse riguardano il campo dello sfruttamento del lavoro,del razzismo,e del sottopagamento degli operai.
La Coca COla impone alle aziende di imbottigliamento in appalto che lavorano per lei pessime condizioni di lavoro.Ad esempio il salario dei lavoratori e' pari a 80 euro al mese.Negli USA nella primavera del 2000 la Coca COla ha dovuto risarcire 2200 lavoratori afroamericani per discriminazioni razziali nelle assunzioni e nelle promozioni.
Tra il 1997 ed il 2002,sempre negli USA,ha dovuto pagare 447000 dollari di multe per 1115 violazioni in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro.
Alla vigilia del campionato mondiale di calcio Francia '98,il Corriere della Sera ha rivelato che i palloni distribuiti da Coca Cola a scopo pubblicitario erano cuciti a mano in India ed in Pakistan da bambini.
Spostiamoci sul fattore ambientale ora.Coca Cola,promuovendo la vendita di bevande in lattina e plastica,contribuisce alla produzione di migliaia di tonnellate di rifiuti e stimola il consumo di alluminio,che ha conseguenze devastanti nei luoghi di estrazione.La produzione della bevanda richiede inoltre molta acqua ed il rilascio di sostanze inquinanti che finiscono poi nelle falde acquifere.Nel 2002 la popolazione di Plachimada(India) e' insorta perche' gli impianti della multinazionale stavano prosciugando i pozzi e contaminando le falde acquifere della zona circostante.Il 17 Dicembre 2003 il tribunale locale ha intimato alla Coca Cola di fermare l'abuso nel prelievo dell'acqua.Gia' nel Novembre del 2002 la Corte Suprema Indiana aveva condannato Coca Cola per aver deturpato le rocce dell'Himalaya con scritte pubblicitarie che hanno compromesso l'ecosistema.
San Francesco beve Coca Cola.
Visitando il sito della Coca Cola,nella sezione delle domande frequenti,possiamo notare che un delegato di tale azienda fa trasparire il messaggio che la Coca Cola oltre ad essere buona,e' addirittura un prodotto nutriente e dietetico.
Assicurano che l'aspartame e' uno zucchero idoneo e che non vi sono evidenze di una correlazione tra esso e nessun tipo di m,alessere.
Affermano inoltre che la caffeina non ha influenza sull'ipertensione,malattie cardiovascolari ed irregolarita' del battito cardiaco.
Probabilmente qualcuno di voi stara' sorridendo,conoscendo gia la risposta,ma per coloro che non la sanno,spiego alcune nozioni sull'aspartame.
L'aspartame e' una sostanza utilizzata nei prodotti dietetici come Coca Cola Light.Puo' causare danni al cervello in particolare nei bambini.L'alto consumo di Coca Cola o di altre bevande gassose zuccherine,puo' causare,soprattutto tra gli adolescenti,diabete ed obesita'.
Nel giugno del 1999,dopo numerosi casi di intossicazione,sono state ritirate dal mercato belga,francese e del Lussemburgo tutte le bevande prodotte da Coca Cola.Altri prodotti sempre della C.C. sono stati ritirati in Polonia nel 1999 e tra il 2000 ed il 2002 negli USA.
Secondo Greenpeace,essa immette sul mercato prodotti contenenti OGM (Organismi geneticamente modificati).
COCA COLA IN INDIA
Dal dossier sulla Coca Cola in India
su www.nococacola.info
Dal 22 aprile 2002 gli abitanti di Plachimada, guidati dai contadini
e dalle donne di “Indigenous Peoples”, protestano fuori dai
cancelli della fabbrica d’imbottigliamento della Coca Cola nel loro
villaggio. Accusano la Coca Cola di causare gravi scarsità d’acqua
per la comunità e di avvelenare acqua e terreni; gran parte dei
prodotti locali sono stati dichiarati non adatti al consumo da un’agenzia
governativa. L’Alta Corte di Kerala ha stabilito che Coca
Cola deve trovare fonti idriche alternative per i propri stabilimenti.
Il consiglio del villaggio ha revocato la licenza di lavoro alla
Coca Cola; la fabbrica d’imbottigliamento ha temporaneamente
chiuso a causa della grave siccità dell’area. Gli abitanti di
Mehdiganj, vicino la città santa di Varanasi, guidano una lotta
popolare contro Coca Cola: la multinazionale ha illegalmente occupato
una parte delle risorse di proprietà comunitaria ed è stata
ritenuta colpevole di evadere le tasse. Questo stesso stabilimento
sfrutta pesantemente l’elettricità, ed è accusato di diffondere prodotti
tossici nei vicini campi agricoli, così come di causare penuria
d’acqua. I manifestanti hanno trovato presso i cancelli della
Coca Cola 200 poliziotti, inviati a ‘proteggere’ gli stabilimenti assieme
a 50 guardie private armate. Non era solo una minaccia: i
manifestanti sono stati malmenati.
Nel villagio Kudus, nel distretto Thane, gli abitanti sono costretti
a percorrere lunghe distanze in cerca d’acqua, visto che essa è
stata prosciugata nella loro area per la produzione di Coca Cola.
I cittadini stanno indagando sulle forniture di acqua e terreni,
nonché sui vantaggi fiscali che la Coca Cola riceve dallo Stato.
Coca Cola ha progettato un acquedotto per trasportare acqua dal
fiume allo stabilimento; gli attivisti che vi si oppongono sono regolarmente
bersagliati dalla polizia locale.
La Coca Cola ha prodotto scarti – poi rivenduti ai contadini come
fertilizzanti! – che test hanno dichiarato tossici: la Coca Cola vi ha
posto rimedio solamente dopo che le agenzie governative le hanno
ordinato di farlo. Molti contadini a Plachimada e Mehdiganj erano
i destinatari degli scarti Coca Cola e hanno subito danni a lungo
termine per la salute.
COCA COLA E COPPA AMERICA IN COLOMBIA
Neghiamo ogni tipo di vincolo con qualsiasi violazione dei diritti
umani ha immediatamente commentato l’Ufficio degli Affari
Internazionali della Coca Cola da Atlanta, respingendo le accuse
delle centrali sindacali colombo-statunitensi. Le imbottigliatrici
in Colombia sono compagnie del tutto indipendenti dalla
Coca Cola e pertanto la compagnia non ha a che vedere con i suoi
dipendenti o sindacati. Una smentita che non trova riscontri oggettivi
nell’organigramma aziendale, in quanto la transnazionale
concede dal 1951 il monopolio della produzione, dell’imbottigliamento
e della distribuzione dei propri prodotti alla
Panamco Indega Colombia, filiale della Panamerican Beverages
– Panamco di Miami (Florida), di cui proprio la Coca Cola
Company possiede il 24% del capitale azionario e conta su due
rappresentanti nel consiglio di amministrazione. L’88% del fatturato
della Panamco è generato appunto dalla produzione e
dalla commercializzazione in tutta l’America Latina dei prodotti
del marchio Coca Cola, mentre il resto deriva dalla distribuzione
sul mercato sudamericano delle note birre europee Kaiser
ed Heineken.
Per ciò che riguarda la Panamco Indega, essa risulta proprietaria in
Colombia di 20 impianti di produzione, 71 centri di distribuzione
e oltre 1.500 camion da trasporto. Diecimila i dipendenti della
controllata colombiana, a cui la Coca Cola Company fornisce il
supersegreto concentrato-base della bevanda e il completo appoggio
nell’implementazione delle strategie di mercato. A capo della
Panamco Indega una potente cordata di imprenditori del dipartimento
di Antioquia (gli industriali Daniel Peláez, Alberto Mejía,
José Gutiérrez ed Hernando Duque – gruppo Fontibon), con articolati
interessi nel settore alimentare, finanziario e dei mezzi di
comunicazione di massa. Presidente della Panamco Colombia è
Roberto Ortiz, vicepresidente del consiglio di amministrazione
della Panamco-madre di Miami.
Prova di quanto stiano a cuore alla transnazionale di Atlanta le sorti
economiche e politiche del paese sudamericano è il decisivo ruolo
di pressione esercitato sulla Confederazione calcio dell’America
Latina per realizzare in Colombia la Coppa America 2001, la cui
organizzazione era stata sospesa alla vigilia della data fissata per l’evento
sportivo a seguito della recrudescenza del conflitto interno.
La Coca Cola insieme alla Master Card, entrambi patrocinatori
della Coppa, hanno manifestato il loro ultimatum alla società
Traffic, proprietaria dei diritti di commercializzazione e trasmissione
televisiva del torneo internazionale, perché rispettasse la data e la
sede prevista; in caso contrario le due transnazionali avrebbero ritirato
il loro patrocinio con perdite per la Traffic e la Confederazione
calcistica sudamericana per 80 milioni di dollari.
Nonostante le oggettive difficoltà di tipo organizzativo e la diserzione
di importanti Paesi (vedi Argentina e Canada), a soli tre
giorni dalla data prevista per l’inizio della competizione, la Confederazione
ha deciso di disputare l’appuntamento in Colombia.
Non si sarebbe potuto fare diversamente: la Coca Cola patrocina
dal 1974 i campionati mondiali di calcio e i principali eventi internazionali
giovanili della Fifa, mentre dal 1993 la compagnia ha
concesso il proprio marchio per la pubblicizzazione della Coppa
America.
Proprio a causa del calcio, la Coca Cola ha subito recentemente
un’altra grave caduta d’immagine. Alla vigilia del campionato mondiale
Francia ’98, gli attivisti di Transfair, l’organismo internazionale
che certifica l’origine etica dei prodotti del commercio equo e solidale,
hanno documentato lo sfruttamento intensivo di minori nella
fabbrica di palloni con marchio Coca Cola a Sialkot (Pakistan).
Le foto di alcune bambine di 11 anni che incollavano e cucivano i
palloni hanno fatto il giro del mondo, riprodotte in decine di quotidiani
e riviste di rilevanza internazionale.
Negli ultimi due anni la Coca Cola è finita ancora altre volte sotto
accusa per violazioni dei diritti sindacali e fatti relativi a gravi
discriminazioni razziali. Nel novembre del 1999, un lungo sciopero
violentemente represso dalle forze dell’ordine, ha bloccato le
attività dell’impianto d’imbottigliamento della Panamco Brasil di
Jundiai (Brasile), per protestare contro l’ingiustificato licenziamento
di 67 lavoratori.
Nella primavera dell’anno successivo, otto dipendenti hanno denunciato
a New York il management della Coca Cola Company
affermando di essere stati gravemente discriminati sul lavoro, perché
neri. Cosí l’organizzazione statunitense dei lavoratori neri della
Coca Cola sono intervenuti in occasione dell’assemblea annuale
degli azionisti, minacciando di dare il via a un boicottaggio su
scala mondiale della bevanda se non fossero state adottate misure
contro la discriminazione razziale esistente negli impianti.
Qualche anno fa (aprile 2001), a Cuernavaca (Messico), le truppe
antisommossa sono intervenute per reprimere la protesta dei
lavoratori della Cooperativa Pascual, produttrice di bevande gassate,
duramente colpita dalla politica monopolistica della Coca
Cola, che impone a distributori e piccoli commercianti contratti
di esclusività, consentendo l’accesso ai propri prodotti e alla pubblicità
solo in caso di assenza di altri marchi.
Per sbarazzarsi di eventuali competitori – come nel caso della
Cooperativa Pascual, produttrice della popolare bevanda messicana
Boing – la Coca Cola regala ai rivenditori casse di prodotti, frigoriferi
e assicura la formazione in contabilità e gestione imprenditoriale
a coloro che si impegnano a vendere esclusivamente le bevande
della compagnia di Atlanta. I dipendenti della Cooperativa
Pascual hanno altresì denunciato che la Coca Cola è arrivata a distribuire
anche denaro per ottenere l’esclusiva, riferendosi in particolare
alla giunta che amministra la città di Cuernavaca, e che avrebbe
ricevuto contributi per oltre 600.000 pesos messicani, in cambio
della decisione di vietare la presenza di altri produttori di bevande
all’interno degli stand dell’importante ‘Fiera annuale di primavera’.
Un caso analogo si è registrato all’interno dell’Università dello Stato
di Morelos, in cui è stato firmato un contratto di vendita esclusiva
dei prodotti del marchio Coca Cola con una società in mano a Lino
Korrodi, il cervello finanziario della campagna presidenziale di
Vicente Fox, quest’ultimo con un passato da manager della transnazionale
per l’intero mercato latinoamericano.
E mentre i fatturati e i guadagni del colosso di Atlanta si preannunciano
da record per il 2001, la dirigenza della compagnia ha
recentemente annunciato il taglio di 6.000 posti di lavoro a livello
mondiale, metà dei quali negli Stati Uniti, nell’ambito della ristrutturazione
del sistema produttivo decisa dal nuovo presidente
Douglas Daft.
Qualche dato
Ora vi fornisco qualche dato che potete verificare quando volete,per darvi l'idea che tutto cio' che ho scritto non e' una tesi complottista di uno che non ha nulla di meglio da fare.
LAVORATORI ASSASSINATI
1986 Héctor Daniel Useche Beron (Nestlé of Colombia)
1989 Luis Alfonso Vélez (Nestlé of Colombia)
1993 Harry Laguna Triana (Cicolac Ltda)
1994 José Eleaser Manco David (Coca Cola)
1994 Luis Enrique Giraldo Arango (Coca Cola)
1995 Luis Enrique Gomez Granada (Coca Cola)
1996 José Manuel Becerra (Cicolac Ltda)
1996 Toribio de la Hoz Escorcia (Cicolac Ltda)
1996 Alejandro Hernandez V. (Cicolac Ltda)
1996 Isidro Segundo Gil Gil (Coca Cola)
1996 José Libardo Herrera Osorio (Coca Cola)
LAVORATORI SOPRAVVISSUTI AD ATTENTATI E COSTRETTI A RIFUGIARSI ALL’ESTERO
1990 Antonio Rico Morales (Nestlé of Colombia)
1995 Víctor Eloy Mieles Ospino (Cicolac Ltda)
1996 Gonzalo Gómez Cervantes (Cicolac Ltda)
1996 Adolfo Cardona Usma (Coca Cola)
1996 Gonazlo Quijano Mendoza (Beta Ltda)
1998 Rafael Carvajal (Coca Cola)
LAVORATORI GRAVEMENTE MINACCIATI E COSTRETTI A LASCIARE IL POSTO DI LAVORO
1995 Luis Eduardo García (Coca Cola)
1995 Rafael Almenteros (Coca Cola)
1995 Alfonso Mutis (Coca Cola)
1995 Sessanta operai dell’impresa Granja La Catorce nella Sierra
Nevada di Santa Marta (Magdalena), di proprietà della società
Indunal S.A., del senatore Fuad Char Abdala
1996 Oscar Tascón Abadía (Cicolac Ltda)
1996 Tomás Enrique Galindo (Cicolac Ltda)
1996 Alfonso Daza Alfaro (Cicolac Ltda)
1996 Gabriel Serge (Cicolac Ltda)
1996 Martín Emilio Gil Gil (Coca Cola)
1996 Gonzalo Quijano (Beta Ltda)
1998 Luis Javier Correa Súarez (Coca Cola)
LAVORATORI ARRESTATI CON L’ACCUSA DI TERRORISMO E SOVVERSIONE, TORTURATI E SUCCESSIVAMENTE LIBERATI PERCHÉ INNOCENTI
1984 Jaime Gómez Díaz (Coca Cola)
1984 Efraín Surmay (Coca Cola)
1984 Rafael Almenteros (Coca Cola)
1984 Heriberto Gutiérrez (Coca Cola)
1984 Julio Alberto Arango (Coca Cola)
1984 Humberto Cortés (Coca Cola)
1995 Luis Javier Correa Súarez (Coca Cola)
1995 Gonzalo Quijano (Beta Ltda)
1996 Luis Eduardo García (Coca Cola)
1996 José Domingo Flórez (Coca Cola)
1996 Sergio A. López (Coca Cola)
1996 Alvaro González (Coca Cola)
1996 Luis Javier Correa (Coca Cola)
1996 Edgar A. Páez (SINALTRAINAL)
1996 Gonzalo Quijano (Beta Ltda)
1996 Eduardo Ortega (Beta Ltda)
1996 Alvaro Villafañe (Nestlé of Colombia)
1996 Rafael Moreno (SINALTRAINAL)
1996 Alfonso Barón (Cicolac Ltda)
1996 Hernando Seirra (Cicolac Ltda)
SINDACALISTI DELL’IMPIANTO COCA COLA DI CAREPA (URABÁ-ANTIOQUIA) COSTRETTI A FUGGIRE IN ALTRI DIPARTIMENTI DELLA COLOMBIA
1985 Elías Muñoz
Bernardo Alcaraz
Jannio Barrios
Jaime Cano
Consuelo Montoya
Robert Harold López
Wilson Montoya
Rodrigo Rueda
Rubiel Goez
Jesús Emilio Giraldo
Humberto Ramirez
1996 Dolahome Tuberquia
Giovanny Gómez
Hernán Manco
Oscar Darío Puerta
Oscar Alberto Giraldo
Luis Adolfo Cardona
INGERENZE ARBITRARIE E ILLEGALI NELLA VITA DEI LAVORATORI E DELLE RISPETTIVE ORGANIZZAZIONI
1995 Raid contro Cooincoproco (Cooperativa dei lavoratori
della Coca Cola) da parte delle forze speciali della polizia
(Bloque de Búsqueda) di Bucamaranga.
1996 Raid contro Cooincoproco (Cooperativa dei lavoratori della
Coca Cola) da parte delle forze speciali della polizia
(Bloque de Búsqueda) di Bucamaranga e Cúcuta.
1996 Raid nell’abitazione di Beatriz Ardila Reyes, segretaria del
sindacato di Bucamaranga.
1996 I lavoratori della Coca Cola di Cúcuta, Alfredo Porras e
Jimmy Helberto Fontecha vengono fermati, identificati e
interrogati da appartenenti alla polizia e a un gruppo
paramilitare.
1996 Gruppi paramilitari costringono 70 lavoratori della fabbrica
della Coca Cola di Carepa (Urabá Antioqueño) ad abbandonare
il sindacato a cui sono iscritti.
1997 Raid contro Cooincoproco e nell’abitazione di Alfredo Porras
(Coca Cola), da parte della 5ª Brigata dell’Esercito.
Qui si conclude la prima parte del dossier dedicato alla Coca Cola.
Vi aspetto per la prossima parte,ancora piu' ricca di informazioni.
Ringrazio gli autori di "Coca Cosa?",fascicolo da cui ho tratto la maggior parte delle informazioni che vi ho riportato.
Cercando su google potete facilmente scaricare il PDF completo dove vi sono molte notizie a riguardo.
Z
1 commento:
La Coca Cola e' qualcosa che rientra nel quotidiano di quasi tutti noi.E' difficile,a parer mio,per la gente dover ammettere che faccia male.
Aspetto la seconda parte con curiosita'.
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